Disinformatia (words to understand war)

Disinformatia (words to understand war)

(Disinformatia) Articolo scritto da E.T.A. Egeskov per Politica e Geopolitica

La guerra in Ucraina ha riportato alla luce l’annoso problema delle minoranze etniche che spesso sono state usate a pretesto per scatenare crisi internazionali se non vere e proprie guerre.

SOMMARIO

Nonostante sia una parola tipicamente russa il suo significato non ci coglie impreparati: Disinformatia, ovvero l’arte della disinformazione come strumento di guerra.

Disinformatia. Arma senza scrupoli

Stando a quanto è accaduto con l’invasione russa in Ucraina sembrerebbe proprio di dover rispondere in modo affermativo e senza esitazione alla domanda.

La disinformazione è la miglior arma a disposizione di un governo senza scrupoli.

Per onestà di cronaca occorre ricordare che da sempre i governi usano l’arma della disinformazione.

Lo fanno per manipolare le folle e renderle più servili ai propri scopi.

Sia che si tratti dei propri cittadini, sia che si faccia riferimento alle persone che vivono in altri stati.

Fin dai tempi dell’Unione Sovietica l’allora governo comunista investiva notevoli quantità di denaro e di risorse per creare disinformazione nel mondo occidentale.

Il tutto affinché l’URSS fosse vista con occhi positivi dagli europei e dagli americani.

Ma soprattutto per mettere in luce le pecche dei sistemi democratici occidentali, logori e corrotti, secondo la propaganda del tempo.

Disinformatia. I limiti delle democrazie liberali

Occorre tener presente che mentre le democrazie liberali devono soggiacere al controllo della stampa indipendente.

Dunque hanno in effetti un limite per le loro azioni “scorrette”.

Le dittature e le autocrazie hanno margini di manovra ben più ampi, sopratutto al loro interno.

Gli esempi sono sotto gli occhi di tutti, a partire dalla Russia, passando per la Cina e la Corea del Nord.

Ma anche in altri angoli del mondo il controllo delle informazioni è così pressante da limitare la libertà di stampa.

Disinformatia. Come alterare la percezione della realtà

Sarebbe bello poter fare un sondaggio fra tutti i cittadini russi, specialmente quelli meno istruiti e quelli più lontani dai centri cittadini di Mosca o San Pietroburgo.

Probabilmente scopriremmo che gran parte degli intervistati sarebbero davvero convinti che l’intervento russo in Ucraina è stato fatto per evitare che l’Ucraina stessa invadesse la Russia.

Di conseguenza giustificherebbero le azioni di Putin senza grossi problemi.

Va da sé che pensare all’Ucraina che invade la Russia farebbe ridere anche i polli, come si suol dire.

Ma se le informazioni che arrivano ai cittadini sono a senso unico, filtrate e addomesticate allo scopo.

E se questo avviene da anni in un grande progetto di disinformazione come accade in Russia.

Ecco che allora l’impensabile diventa possibile se non addirittura probabile.

E anche le ipotesi più improbabili diventano possibili ed anzi credibili e dunque agli occhi del popolo veritiere.

Disinformatia. Anche nel mondo occidentale

Persino nel mondo occidentale abbiamo avuto casi eclatanti.

Prresunti intelletturali, politici, esperti militari o aspiranti tuttologi della geopolitica che sciorinavano tesi improbabili per giustificare l’intervento russo in Ucraina.

E hanno raccolto non poche adesioni.

Specialmente, ancora una volta, fra le fasce di popolazione meno pronte a un’analisi critica delle tesi fornite senza alcun supporto a riprova.

Disinformatia

Ovviamente, parlando del conflitto ucraino, anche i difensori, gli ucraini stessi, hanno operato almeno in parte disinformazione.

Celando numeri e dati sensibili sull’esercito, sulle perdite, sugli obiettivi, sui reali movimenti di truppe.

Oltre a dipingere il nemico come il male assoluto.

Ma almeno a loro parziale discolpa vi è il fatto che sono stati invasi e che devono difendere il suolo patrio.

Gli altri, i russi invece, devono ancora spiegarci le vere motivazioni della loro brutale aggressione!

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