Leopoldo II, la vergogna del Belgio coloniale
(Leopoldo) Articolo scritto da Mos Maiorum per Pillole di Cultura
Il 5 febbraio 1885 re Leopoldo II del Belgio fondò il regno privato dello Stato Libero del Congo dando vita a una delle pagine più buie del colonialismo europeo in Africa.
SOMMARIO
- Leopoldo. Belgio, uno stato da poco indipendente
- Leopoldo. Un sovrano che puntava in alto
- Leopoldo. L’Africa equatoriale tutta per sé
- Leopoldo. Colonialismo della peggior specie
- Leopoldo. Indignazione popolare e annessione
La storia della colonizzazione in terra d’Africa affonda le sue radici per lo più nell’Ottocento partendo da un’Europa in profonda trasformazione.
Oltre ai principali stati coloniali (Inghilterra, Francia, Spagna, Portogallo) si aggiunsero anche stati più piccoli ma ambiziosi.
Fra questi anche il piccolo Belgio che aveva da poco conquistato l’indipendenza dalle Province Unite.
La storia della colonizzazione del Congo ha però una particolarità unica nel genere.
Non fu uno stato a colonizzare ma una singola persona, benché fosse il re del Belgio stesso.
Leopoldo. Belgio, uno stato da poco indipendente
Nel 1830 una rivoluzione portò la popolazione belga a rendersi indipendente dal Regno Unito dei Paesi Bassi.
Ma fu solo nel 1838 che il nenonato piccolo stato ottenne il riconoscimento ufficiale.
Il Belgio è stato fin dalla sua costituzione uno stato piccolo, di poco più di 30.000 km² .
Per fare un paragone la regione italiana della Lombardia ha una superficie di quasi 24.000 km²!
Non stupisce dunque che un novello stato come il Belgio nella seconda metà dell’Ottocento cercasse occasioni per farsi conoscere nel mondo.
Farsi conoscere e rispettare ma soprattutto per generare profitti per potersi arricchirre.
E la colonizzazione fu senza dubbio un’occasione che anche il Belgio non si lasciò sfuggire.
Leopoldo. Un sovrano che puntava in alto
Leopoldo II fu di fatto solo il secondo re del neonato Belgio, in quanto Leopoldo I, suo padre, fu il primo a regnare sul piccolo stato.
Nato nel 1835 era il secondo genito di Leopoldo II ma essendogli premorto il fratello Luigi Filippo già alla nascita fu designato erede al trono.
Fin dal suo esordio in politica, nel 1855, l’erede al trono professò la sua intenzione di dare al Belgio lustro a livello internazionale.
E per farlo pensava di poter costituire un impero, come avevano già fatto altre nazioni prima del Belgio.
Salì al trono nel 1865 e regnò per 44 anni sino al 1909 quando il 17 dicembre spirò all’età di 74 anni.
Leopoldo. L’Africa equatoriale tutta per sé
Già nel 1876 Leopoldo II si interessò all’Africa e attraverso un’associazione promosse l’esplorazione della zona equitoriale.
A quel tempo l’immensa foresta pluviale del bacino del Congo era ritenuta perlopiù inutile e difficile da gestire.
Per questo il re del Belgio tramò a livello europeo affinché le inimicizie fra Francia, Inghilterra e Germania, oltre al Portogallo, gli garantisse il possesso di quel territorio.
Con la conferenza di Berlino del 1884, grazie all’appoggio di Bismarck, Leopoldo II ottenne per sé 2.344.000 km² sul bacino del Congo.
Furono assegnati a lui personalmente e non allo stato Belga o a Leopoldo II in quanto sovrano del Belgio.
Il 5 febbraio del 1885 il monarca belga fondò dunque lo Stato Libero del Congo che vide la luce ufficiale il 30 aprile dello stesso anno.
Leopoldo. Colonialismo della peggior specie
Il nuovo stato costituito sul bacino del Congo era di proprietà personale del re del Belgio.
Era soggetto al alcuna legge se non al volere stesso del monarca, ma in quanto persona fisica e non carica istituzionale.
Questo fece sì che abusi e soprusi fossero all’ordine del giorno in quel territorio dimenticato dagli uomini e dalla società.
Fu quella una delle pagine più violente e becere del colonialismo europeo in Africa.
E il fatto che tutto rispondesse al volere di un solo uomo senza alcun controllo istituzionale non fece che peggioare la situazione.
Per averne un’idea è sufficiente leggere uno dei romanzi più famosi dello scrittore naturalizzazione inglese Joseph Conrad.
Cuore di tenebra narra appunto di un viaggio lungo il fiume Congo compiuto dal narratore Charles Marlowe.
E ancora oggi, rileggendo quelle pagine, viene la pelle d’oca scoprendo i misfatti compiuti in quel territorio.
Tenendo presente che quanto raccontato nel libro non era che una minima parte di ciò che accadde nello Stato Libero del Congo.
Leopoldo. Indignazione popolare a annessione
Anche grazie a libri come quello di Conrad la verità su quanto accadeva nello Stato Libero del Congo cominciò ad emergere.
In Belgio crebbe un movimento d’opinione pubblica scandalizzato di ciò che avveniva in quel territorio lontano.
Ancor di più perchè responsabile ultimo di tutta quella vergogna era proprio il re del Belgio, sebbene agisse per proprio conto e non in nome della nazione.
Fu così che nel 1908, il 15 novembre, lo Stato Libero del Congo venne annesso allo stato belga.
L’intenzione era quella di porre fine ai soprusi e alle vessazioni in Africa, ma realtà risultò essere un tantino differente rispetto alle aspettative.
Sebbene non si sia più toccato l’apice di crudeltà del periodo dello Stato Libero del Congo nel neonato Congo Belga di certo non regnava la giustizia e l’equità.
Per questo nel 2020, il 30 giugno, re Filippo del Belgio ha inviato una lettera al presidente congolese per esprimere il suo rammarico
Sia per quanto fatto dal suo predecessore Leopoldo II, sia per le colpe dello stato belga.
Foto di WikiImages da Pixabay
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