Griselda Blanco, la Regina dei Narcos

Griselda Blanco, la Regina dei Narcos

(Griselda Blanco) Articolo scritto da Amelia Settele per Persone e StorieFatti e società, Pagine Svelate.

Ascolta “Pagine Svelate. Puntata 1 – Griselda Blanco, la Regina dei Narcos” su Spreaker.

L’unico uomo di cui ho avuto paura era una donna, Griselda Blanco”.

A fare questa dichiarazione non fu un personaggio qualunque del mondo della droga, ma il suo leader più famoso Pablo Escobar.

SOMMARIO

Temuta persino da lui, Griselda Blanco rappresentò davvero il potere e la forza di donna, in un mondo maledetto fatto di uomini e sangue.

Dalla Colombia a Miami tra gli anni 70’-80’ creò un impero redditizio, sedendo sul trono più alto, spacciando cocaina e organizzando agguati sanguinari con lo stesso stile e la stessa rabbia.

In questi giorni la storia di Griselda – la Reina del Narcotraffico Sud Americano – è tornata prepotentemente alla ribalta grazie all’uscita sulla piattaforma Netflix della mini serie che narra la sua vita.

A interpretarla c’è una magnetica Sofia Vergara che le restituisce perfette movenze e il suo delirio di onnipotenza con una lucidità interpretativa pari a poche attrici del momento.

Ma prima di essere stata temuta da Pablo Escobar e di essere romanzata per una sceneggiatura americana, chi fu davvero Griselda Blanco?

Griselda Blanco. La vita

Griselda Blanco Restrepo nacque il 15 Febbraio del 1943 a Cartagena, in Colombia, in uno dei barrio più poveri della città e intorno agli undici anni, si trasferì con la famiglia a Medellin.

Ebbe una vita familiare davvero molto difficile, tanto che il padre presto li abbandonò mentre la madre era sempre più schiava dell’alcool.

La giovane Griselda crebbe in una realtà socio familiare davvero dura e durante l’adolescenza iniziò a prostituirsi.

Appena ventenne si sposò con Carlos Trujillo, da cui ebbe tre figli: Dixon, Osvaldo e Uber.

Carlos contrabbandava e falsificava documenti per chi voleva entrare negli Stati Uniti d’America e Griselda sembrava molto affascinata dai suoi traffici.

Purtroppo la loro storia ebbe un epilogo tragico in quanto la Reina lo uccise per una questione d’affari.

Subito dopo la morte di Trujillo, si trasferì negli USA con i figli e il secondo marito Alberto Bravo.

Un trafficante che aveva fatto soldi spacciando cocaina e con il quale si stabilì inizialmente a New York.

È proprio nella città che “non dorme mai” che Griselda entrò di petto nel mondo dello spaccio di stupefacenti.

Il suo business però si concentrò e concretizzò solo dopo essersi trasferita a Miami, in Florida.

Città dove senza pietà e con sadica costanza divenne la Regina dello spaccio.

Grazie anche al supporto e all’aiuto del suo amico d’infanzia Pablo Emilio Escobar che le permise di entrare nel Cartello di Medellin.

Griselda Blanco. Il Cartello di Medellin

Il Cartello di Medellin fu un’organizzazione di narcotrafficanti molto ben ramificata e organizzata con base in Colombia.

Capace di coprire lo smercio di droga dalle Americhe sino all’Europa tra gli anni ’70 e ’80.

Fu creata e gestita da Pablo Escobar insieme a Gonzalo Rodriguez Gacha – soprannominato El Mexicano – e i fratelli Ochoa.

Griselda Blanco

Griselda Blanco. L’impero del male

Per Griselda appartenere a quel temibile Cartello di Narcos rappresentava la certezza di un potere concreto e sicuro, a cui attingere per espandere il suo impero a Miami.

Sanguinaria, spietata e senza un briciolo di scrupolo alcuno, ebbe diversi sicari alle sue dipendenze mentre ramificava la sua autorità e consolidava il suo personaggio di criminale.

Si rese responsabile di centinaia di omicidi.

Mentre il sangue scorreva a fiumi su chiunque cercasse di fermare la sua ascesa criminale e la costruzione del suo impero.

Parallelamente la sua vita personale la vide impegnata in un nuovo matrimonio con Dario Sepulveda, da cui ebbe il quarto figlio: Michael Corleone.

Sì, avete letto bene, il nome fu scelto in onore del famoso Capomafia del film “The Godfather”.

Cult movie diretto da Francis Ford Coppola e interpretato da Marlon Brando – uscito nei cinema nel 1972.

Insomma Griselda sembrava avere tutto: una famiglia, l’amore, montagne di denaro.

Si dice che accumulò un patrimonio di circa due miliardi di dollari che – nell’America degli anni ’70-’80 – erano davvero una somma immensa e impressionante.

Griselda Blanco. Famiglia e affari

La Madrina del narcotraffico riuscì a gestire famiglia e affari con la stessa ferocia e lo stesso fascino di chi non teme nessuno, neppure la propria coscienza.

Fu diabolica, sanguinaria e cosciente di avere pochi uomini fidati al proprio fianco.

Infatti, oltre al marito Dario e ai figli più grandi, diede credito a un altro uomo del suo clan: Jorge “Rive” Ajala, al quale affidò la gestione del reparto armato.

Lei commissionava omicidi, lui li eseguiva.

Non si fermarono mai dinnanzi a nulla, neppure davanti ai bambini.

Vittime sacrificali che, agli occhi di Griselda, rappresentavano un messaggio importante da trasmettere ai propri detrattori.

Lei non si fermava davanti a niente e a nessuno.

Il potere aumenta, i nemici raddoppiano.

Nel corso del suo Regno Maledetto, la Madrina dei Narcos divenne un elemento cardine del sistema organizzativo del traffico e del contrabbando di cocaina tra la Colombia e gli Stati Uniti d’America.

Soprattutto sulle piazze di Miami e New York City.

Griselda Blanco. Parabola discendente

La sua parabola criminale iniziò la discesa dopo essersi trasferita in California – dove visse con l’ultimogenito – per problemi sempre più ingestibili con i suoi collaboratori.

Venne arrestata e riportata in Florida, a Miami, dove fu condannata alla reclusione.

In carcere passò ben venti anni.

Solo il 6 Giugno 2004 le autorità giudiziarie di Miami decisero di scarcerarla e rimpatriarla in Colombia, a Medellin.

Durante la detenzione però, i sicari iniziarono a mietere morte, uccidendo tre dei suoi amati figli.

Sopravvisse allo sterminio solo Michael Corleone Sepulveda Blanco .

Nato il 5 Agosto 1978, oggi vive a Miami insieme alla moglie e ai loro tre figli.

È stato protagonista di un reality show – “Cartel Crew”.

Show nel quale ha ammesso che dalla morte della madre, ha scelto di non avere più legami col mondo della malavita e del narcotraffico.

Oggi è un imprenditore che opera nel campo della moda e della musica oltre che della cannabis.

Ha scritto un libro dal titolo: “My Mother – The Godmother”.

Michael Corleone è il suo unico discendente rimasto, mentre il nome di Griselda continua a riecheggiare nei meandri più sordidi di questa storia di droga e potere, eccessi e decadenza.

Griselda Blanco. La morte

Il 3 Settembre 2012 Griselda venne uccisa in un agguato a Medellin.

I killer in motocicletta l’aspettavano fuori da una macelleria e le spararono due colpi, lasciandola a terra esanime.

Si chiuse così, con il sangue a terra – quella volta il suo – la vita imperfetta della Madrina dei Narcos.

Donna emblematica e inquietante, capace di ottenere il più ambito dei ruoli, in un mondo dove l’universo femminile non ha nessun titolo ufficiale.

Rappresenta ancora oggi un’eccezione alla regola.

La sua personalità la spinse dove nessun’altra era mai arrivata.

Un triste primato, certo, che neppure la serie televisiva riuscirà ad alleggerire, perché Griselda Blanco è stata una criminale, temuta anche dai peggiori.


Fonti:

  • Today: “Che fine ha fatto la vera Griselda Blanco che ha ispirato la serie Netflix “Griselda”?”
  • Quotidiano nazionale: “ La storia di Sofia Vergara, Griselda Blanco nella serie Netflix”
  • TAG24: “Chi è Griselda Blanco”
  • Libero: “Griselda Blanco, la Madrina del Narcotraffico che faceva paura a Escobar”
  • Wikipedia: “Griselda Blanco”
  • Today: “Che fine ha fatto Michael Corleone, l’unico figlio ancora vivo di Griselda Blanco”
AMELIA SETTELE

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