Arte e Sentimenti. Intervista a Monica Carpanese
(Arte e Sentimenti) a cura di Cecilia S.D. Rossi per Pillole di cultura, Fatti e Società e Arte e Sentimenti
Arte e Sentimenti. Intervista a Monica Carpanese, attrice e sceneggiatrice.
Arte e Sentimenti. Monica Carpanese, quando la determinazione porta al successo
Per la rubrica Arte e Sentimenti di Radio C.S.D.R. in collaborazione con Words & More Network.
In questa puntata Cecilia Simona Domenica Rossi intervista Monica Carpanese, volto noto al cinema italiano per i suoi ruoli davanti alla macchina da presa e non solo. La versatile Monica ci racconta come la determinazione che la contraddistingue fin dall’infanzia le ha permesso di realizzare il suo sogno di diventare attrice, ma anche di come la sua poliedrica personalità si è evoluta facendole indossare anche i panni di sceneggiatrice e recentemente di regista. Presidente dell’associazione Cineheart che propone il prestigioso concorso Una Storia per il Cinema che permette ogni anno a un libro presentato di diventare un film.
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30 dicembre 2011, il giorno che non è mai esistito
(30 dicembre 2011) Articolo scritto da E.T.A. Egeskov per Pillole di Cultura
Il 30 dicembre 2011 non è mai esistito nelle isole Samoa e Tokelau a causa del passaggio a ovest dei due stati rispetto alla linea del cambiamento di data.
SOMMARIO
- 30 dicembre 2011. Il precedente del Calendario Gregoriano
- 30 dicembre 2011. Il caso svedese
- 30 dicembre 2011. Samoa e Tokelau
- 30 dicembre 2011. La linea del cambiamento di data
- 30 dicembre 2011. Il giorno che non c’è mai stato
Quello delle isole Samoa e Tokelau non è stato il primo caso nella storia di giorni cancellati dal calendario.
Ma le motivazioni che hanno spinto i due arcipelaghi a questa scelta sono assai differenti a quelle del passato.
30 dicembre 2011. Il precedente del Calendario Gregoriano
Non capita spesso che dal calendario venga cancellato un giorno che di fatto risulta non essere mai esistito.
Il caso più clamoroso della storia riguarda l’adozione del Calendario Gregoriano nel 1582 che andò a sostituire il Calendario Giuliano.
Ci si era infatti accorti che c’era uno sfasamento di una decina di giorni fra il Calendario Giuliano e l’effettiva posizione astronomica della Terra.
Si decise quindi che dopo il 4 ottobre del 1582 anziché il 5 ottobre (giovedì) sarebbe seguito il 15 ottobre (venerdì).
Furono dunque cancellati tutti i giorni fra il 5 e il 14 ottobre del 1582 che di fatto non furono mai vissuti.
30 dicembre 2011. Il caso svedese
In Svezia le cose andarono un po’ diversamente e non senza qualche complicazione.
Come in molti paesi di fede protestante anche nell’Impero Svedese si fece resistenza all’adozione del Calendario Gregoriano.
La motivazione era semplice quanto ridicola ai giorni nostri: era considerato un calendario papista.
Sia come sia nel 1699 anche la Svezia decise di adottare il Calendario Gregoriano ma volle farlo a modo suo.
Anziché saltare tutti i giorni in fila come nel 1582 decisero di togliere tutti gli anni bisestili dal 1700 al 1740.
In pratica togliendo il 29 febbraio degli anni bisestili in quarant’anni il calendario svedese di sarebbe allineato a quello gregoriano.
Peccato che già nel 1704, anche a causa della guerra, gli svedesi si dimenticarono del loro proposito e l’anno fu bisestile.
Così come pure il 1708, con buona pace dell’allienamento al Calendario Gregoriano.
A quel punto gli svedesi decisero di ritornare al Calendario Giuliano, al quale però mancava un giorno.
Infatti il 29 febbraio del 1700 non era mai esistito.
Allora decisero che nel 1712 febbraio avrebbe avuto due giorni bisestili e infatti quell’anno febbraio ebbe anche il giorno 30.
Nel 1753 però cambiarono ancora idea e si allinearono al Calendario Gregoriano passando dal 18 al 28 febbraio.
30 dicembre 2011. Samoa e Tokelau
Le isole Samoa sono uno stato indipendente in mezzo all’Oceano Pacifico posizionate grosso modo a nord-ovest della Nuova Zelanda.
Sono famose per la bellezza dei luoghi e per le squadre di rugby che è considerato lo sport nazionale.
Le isole Tokelau sono un territorio dipendente della Nuova Zelanda dalla quale distano circa 1500 chilometri in linea d’aria.
Sono poste a nord delle isole Samoa e sono costituite da tre atolli abitati da meno di duemila persone.
Cosa hanno in comune questi due piccoli arcipelaghi oltre ad essere nel bel mezzo dell’Oceano Pacifico?
La risposta è semplice, sono proprio sulla linea del cambiamento di data.
30 dicembre 2011. La linea del cambiamento di data
Sappiamo che la Terra è stata artificialmente suddivisa in 24 fasce orarie detti anche fusi orari.
Per convenzione internazionale è stato stabilito che il fuso orario dove inizia il giorno (ovvero dopo scattata la mezzanotte si cambia la data) doveva trovarsi nel posto meno abitato del pianeta.
Dunque logica la scelta di mettere questa linea immaginaria in mezzo all’Oceano Pacifico.
Pertanto se uno si trova a ovest della linea a mezzanotte e un minuto del 1 gennaio chi sta a est nello stesso istante vivrà invece le ventitré e un minuto del 31 dicembre.
Ovviamente si tratta di convenzioni necessarie perché le date possano essere uniche e riconoscibili in tutto il pianeta.
30 dicembre 2011. Il giorno che non c’è mai stato
Contriamente a quanto accaduto nel 1582 con l’introduzione del Calendario Gregoriano per le Isole Samoa e Tokelau non è trattato di uno sfasamento fra calendario e posizione astronomica della Terra.
Ciò che ha indotto i due arcipelaghi a cancellare una data dal calendario è stata unicamente la volontà politica di spostarsi a ovest della linea del cambiamento di data.
Per fare ciò i due arcipelaghi hanno dovuto rinunciare a vivere un giorno e dal 29 dicembre si è passati al 31 dicembre direttamente.
La causa di questa scelta drastica va ricercata nel mondo lavorativo.
Prima dello spostamento a ovest della linea del cambiamento dell’ora i due arcipelaghi erano un giorno indietro rispetto ad Australia e Nuova Zelanda.
Che di fatto rappresentano i maggiori partner commerciali per le piccole isole del pacifico.
Dunque quanto a Samoa e Tokelau era venerdì (lavorativo) in Australia e Nuova Zelanda era già sabato (festivo o semi-festivo).
Quando a Samoa e Tokelau era domenica (festivo) in Australia e Nuova Zelanda erà già lunedì (lavorativo).
Per eliminare questo sfasamento fra giorni festivi e lavorativi i due arcipelaghi hanno deciso di saltare a ovest della linea del cambiamento di data
Così si sono allineati ai loro partner commerciali (Australia e Nuova Zelanda) ed ora hanno gli stessi giorni.
Con un’ora di fuso orario con la Nuova Zelanda e da tre a cinque ore con l’Australia (che ha più di un fuso orario che l’attraversa).
Foto di Dean Moriarty da Pixabay
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Speciale Natale: te piace o presepe?
(Presepe) Articolo scritto della dottoressa Ilena Aprea per Pillole di Cultura
Ascolta “SPECIALE Natale. Parliamo di film e tradizioni” su Spreaker.Quanto è importante il presepe nella storia culturale e tradizionale italiana? E come viene “vissuto ” nella casa degli italiani e nel resto del mondo? E a Napoli, luogo dell’artigianato presepiale per eccellenza?
SOMMARIO
- Presepe. Storia, cultura e tradizione
- Presepe. San Gregorio Armeno
- Presepe. La rappresentazione nell’arte e nella letteratura
- Presepe. L’importanza nelle case degli italiani e nel resto del mondo
La storia delle origini del presepe è una bellissima tradizione nei paesi cattolici di tutto il mondo.
Presepe. Storia, cultura e tradizione
La storia delle origini del presepe è una bellissima tradizione nei paesi cattolici di tutto il mondo.
Di origine medievale, riguarda la rappresentazione concreta della nascita di Gesù attraverso la realizzazione di composizioni con statue di varie grandezze e materiali messe in modo realistico.
In genere in una grotta o una capanna, all’interno della quale viene posta la Sacra Famiglia.
Le prime tracce dell’origine del presepe si ritrovano nei Vangeli di Marco e Luca che riportano in alcuni versetti la storia della nascita di Gesù a Betlemme ai tempi di Erode.
Ma la prima rappresentazione figurativa antica la ritroviamo nel terzo secolo D.C. all’interno delle catacombe di Priscilla a Roma sulla via Salaria.
A partire dal 400 ci fu una grande ripresa della rappresentazione della storia del presepe grazie a famosi pittori italiani quali Giotto e Botticelli.
Un momento importante nella sua evoluzione è quello in cui si passa alla rappresentazione plastica della natività e, quindi del presepe come lo conosciamo noi.
L’innovazione di San Francesco
Nel 1223 San Francesco chiese ed ottenne il permesso dal Papa di passare a questo tipo di rappresentazione.
Costruì una mangiatoia in una caverna all’interno di una parco a Greggio.
Portò un bue e un asinello e tenne la prima predica di Natale descrivendo la natività a coloro che non sapevano leggere.
Da quel momento nacque la tradizione di rappresentare la natività sia con le statue che con la Sacra Famiglia dal vivo.
Fino al ‘600 il grande interesse per la rappresentazione della natività si manifestò inizialmente attraverso la realizzazione del presepe nelle chiese vicino a dipinti ispirati al tema.
Tradizione che si diffuse nell’Italia centrale e nelle case dei nobili e che nel 700 aveva raggiunto tutta l’Italia.
Contestualmente avevano avuto origine le diverse tradizioni popolari tra le quali la più importante è quella napoletana.
Per questo spesso si parla di storia del presepe napoletano.
È proprio a Napoli che il presepe raggiunse livelli espressivi originali e le famiglie nobili facevano a gara per poter avere il presepe più ricercato.
Arruolavano infatti scultori di fiducia per realizzare lavori di prestigio usando materiali preziosi.
Dedicando addirittura intere stanze che poi mostravano durante i ricevimenti. (Rini 2020)
Presepe. San Gregorio Armeno
Nel cuore di Napoli si trova San Gregorio Armeno.
Un’antica e lunga stradina piena di botteghe ed edifici storici i quali raccontano gli eventi che hanno portato questa famosa tradizione ricca di simboli i quali trasmettono l’anima del luogo.
Questa stradina risale all’epoca greco-romana e si trova dove i vicoli collegano via dei Tribunali e Spaccanapoli.
Intorno al X secolo delle monache portarono a Napoli le reliquie di San Gregorio Illuminatore patriarca di Armenia per conservarle nella chiesa nata sulla strada che porta il suo nome.
Chiesa conosciuta anche come Santa Patrizia, santa di Costantinopoli, che guidò le suore che portarono le spoglie del santo.
Una tradizione che affonda le radici nell’antica Roma
L’antica via ospitava un tempio romano dedicato a Cecere, dea della terra e della fertilità, alla quale veniva fatto dono di statuette di terracotta come simbolo di buon augurio.
Le botteghe che si trovavano lì erano considerate le migliori di Napoli per la produzione di opere artigianali destinate alle offerte.
Con la diffusione della rappresentazione della Natività dalle chiese alle famiglie aristocratiche, gli artisti napoletani vennero incaricati di creare scene religiose.
Con la nascita del presepe napoletano come lo conosciamo oggi, via San Gregorio Armeno è diventata un simbolo della città.
Via dove, nel periodo di Natale, si possono trovare varie esposizioni di statuette, opere d’arte, sia tradizionali che rappresentazioni più contemporanee.
Nel resto dell’anno si possono osservare le famiglie storiche di artigiani all’opera che mantengono viva la loro arte tra innovazione e classicità.
I presepi di San Gregorio Armeno sono sono famosi per essere i più particolari al mondo.
Connubio tra sacro e profano mostrano la creatività degli artigiani.
La tradizione presepiale napoletana include statuine di terracotta molto preziose di diverse dimensioni e prezzi.
La grotta è la Sacra Famiglia, il pastorello Benino, Ciccibacco il vinaio…
Statuine che fanno immergere i turisti nella classica atmosfera natalizia. (Taverna 2019)
Presepe. La rappresentazione nell’arte e nella letteratura
Il Natale con la nascita di Gesù segna per i cristiani di tutto il mondo il momento di cambiamento della storia dell’umanità.
L’immagine di Gesù bambino accudito da San Giuseppe e da Maria ha spinto gli artisti di ogni epoca a cimentarsi su un argomento molto significativo nella storia dell’arte.
Molti artisti hanno dipinto la festa più importante nella storia della chiesa, la nascita di Cristo.
Fra i tanti Giotto, Tiziano, Rubens, Botticelli, Caravaggio, Beato Angelico, Piero della Francesca e molti altri.
Oltre all’arte pittorica anche in quella poetica si ritrovano nomi illustri che narrano nei loro componimenti l’evento della natività.
Basti citare D’Annunzio e Quasimodo (Franza 2018), Gozzano, Saba, Valeri e molti altri grandi autori della letteratura italiana e straniera.
Autori che si sono ispirati al Natale per i loro scritti.
Presepe. L’importanza nelle case degli italiani e nel resto del mondo
Concludendo si può affermare che il presepe nel tempo ha preso un posto molto importante nel cuore e nelle case degli italiani e non solo.
Grazie anche alle nuove tecnologie e a nuovi materiali vi è stato un decollo della cultura del presepe.
Circostanza che consente di poterne ammirare ovunque la magia per mezzo di giochi di luce e di acqua all’interno di stupende scenografie. (Giorgi 20220).
Ogni paese europeo ed extraeuropeo ha, naturalmente, una tradizione culturale diversa nella sua rappresentazione.
Anche se l’idea di fondo è quella di ricreare la scena della nascita di Gesù.
Le varianti importanti stanno nello stile della ricostruzione e nei materiali che vengono utilizzati.
Anche in Italia il presepe si diversifica da regione a regione.
Non tanto dal punto di vista culturale quanto rispetto ai materiali usati per la costruzione della scena della nascita di Gesù.
Ad esempio a Genova i pastori sono di legno mentre in Puglia sono di cartapesta e in Sicilia si aggiungono prodotti tipici alla realizzazione del presepe. (Staff Italoeuropeo 2019)
Fonti:
- 27/12/202. PistoiaSette, La magia del Presepe, la sua storia ed evoluzione nel tempo di Franco Giorgi
- 12/12/2020. DS – DossierScuola.it, Storia del Presepe: dalle origini al 700 di Gianluca Rini
- 25/11/2019. Blog Club Magellano, San Gregorio Armeno: storia, leggende e curiosità di Lara Taverna
- 16/12/2018. Blog il Giornale.it, Il Natale nell’arte e nella letteratura. Icone e testi tra storia, fede e bellezza di Carlo Franza