30 febbraio 1712, è esistito davvero ma solo in Svezia!

30 febbraio 1712, è esistito davvero ma solo in Svezia!

(30 febbraio 1712) Articolo scritto da E.T.A. Egeskov per Pillole di Cultura e Il crogiuolo

Il 30 febbraio non è un errore di battitura ma un unicum nella storia, accaduto nel 1712 e soltanto in Svezia.

SOMMARIO

In un precedente articolo abbiamo raccontato di un giorno che non è mai esistito.

Si trattava del 30 dicembre 2011 e l’evento aveva riguardato le isole Samoa e le Tokelau.

In quel caso si era trattato di spostare la linea del cambiamento di data e per farlo nelle due nazioni del Pacifico era stato cancellato un giorno.

Nel caso svedese, invece, è stato aggiunto eccezionalmente un altro giorno a febbraio.

Trattandosi di un anno bisestile al 29 febbraio non è seguito il 1 marzo come da consuetudine ma un eccezionale 30 febbraio.

30 febbraio 1712. I giorni di febbraio

Tutti quanti ricordiamo la filastrocca dei mesi imparata sui banchi di scuola delle elementari.

30 giorni a novembre con april, giugno e settembre, di 28 ce n’è uno, tutti gli altri ne han trentuno.

E il mese che ha 28 giorni lo sappiamo tutti è febbraio, anomalo rispetto a tutti gli altri per la sua lunghezza (o per quanto è corto se volete!).

Sappiamo anche che negli anni bisestili febbraio si allunga e finisce con l’avere 29 giorni, proprio come capita in questo 2024.

Perché ogni quattro anni (periodo bisestile) febbraio ha un giorno in più?

Per compensare il calcolo dei giorni che compongono un anno.

Noi diciamo che un anno ha 365 giorni, ma ci dimentichiamo delle ore e dei minuti.

Dunque ogni quattro anni aggiungiamo un giorno per fare in modo che il calendario umano corrisponda con quello astronomico.

30 febbraio 1712. Calendario Gregoriano e Calendario Giuliano

Quello che utilizziamo oggi in quasi tutto il mondo (almeno in quello occidentale) è il calendario definito Gregoriano.

Ovvero quello varato da Papa Gregorio XII dal quale ha preso il nome.

Nel 1582 il papa si accorse che il calendario umano non era più allineato con quello astronomico e decise quindi di riallinearli.

Il precedente calendario utilizzato era quello detto Giuliano, ovvero quello varato da Giulio Cesare circa sedici secoli prima.

Con l’andare del tempo il Calendario Giuliano era andato avanti di 10 giorni rispetto a quello astronomico.

Questo perché in realtà l’anno solare dura 365 giorni, 5 ore e 49 minuti e 16 secondi.

Aggiungendo un giorno ogni quattro è come se si dicesse che mediamente ogni anno dura 365 giorni e 6 ore esatte.

Va da sé che ogni anno si guadagnano 10 minuti e 44 secondo che moltiplicati per circa 1600 anni fanno grossomodo 10 giorni.

Per questo motivo papa Gregorio XII decretò dopo il 4 ottobre del 1582 anziché seguire come di consueto il giorno 5 ci fosse invece il giorno 15 ottobre.

In questo modo vennero riallineati i due calendari, umano e astronomico.

30 febbraio 1712. La resistenza protestante

Se in tutti i paesi a maggioranza cattolica venne immediatamente adottato il Calendario Gregoriano altrettanto non avvenne nei paesi protestanti.

Per ragioni di opportunità politica in tanti stati si preferì mantenere, almeno per un po’ il vecchio Calendario Giuliano.

Con il tempo e la necessità di raccordare le date anche per via dei commerci sempre più fitti fra nazioni molti stati prostentanti passarono al Calendario Gregoriano.
Ognuno lo fece in medi e modi differenti.

Il caso della Svezia rimane unico e irripetibile.

30 febbraio 1712

30 febbraio 1712. Il pasticcio svedese

In Svezia nel 1699 si decise dunque di abbandonare il Calendario Giuliano per adottare quelle Gregoriano.

Contrariamente a quanto fatto nei paesi cattolici non si optò per la soluzione di cancellare 10 giorni dal calendario saltandoli a piè pari.

Si preferì invece un approccio più morbido cancellando soltanto il giorno 29 febbraio degli anni bisestili dal 1700 al 1740.

Ovvero un giorno ogni 4 anni per un totale di 10 giorni in 40 anni.

Così nel 1700 si passò dal 28 febbraio al 1 marzo saltando il 29 febbraio.

Purtroppo nel 1704 e nel 1708 gli svedesi, presi da faccende belliche, si dimenticarono di saltare il 29 febbraio (erano entrambi anni bisestili).

In questo modo si sarebbe dovuto allungare il tempo di cancellazione del 29 febbraio sino al 1748 per far quadrare i conti.

30 febbraio 1712. Aggiungere il giorno tolto

Avendo constatato la difficoltà ad adottare il Calendario Gregoriano in Svezia di decise dunque di tornare al Calendario Giuliano.

A quel punto però il calendario svedese era sfasato di un giorno rispetto al Calendario Giuliano universalmente adottato.

Questo perché nel 1700 aveva saltato il 29 febbraio.

Si decise dunque che nel 1712 si sarebbe recuperato il giorno perso e si decise che quell’anno febbraio avrebbe avuto 30 giorni.

Essendo infatti il 1712 un anno bisestile febbraio avrebbe già avuto 29 giorni, aggiungendone un altro si arrivava dunque a 30.

E fu così che per una sola volta nella storia della Svezia febbraio si compose di 30 giorni, restando un unicum irripetibile per sempre.

Per la cronaca gli svedesi si pentirono presto di tale decisione e già nel 1753 tornarono sui loro passi adottando il Calendario Gregoriano.

Memori dei pasticci degli inizi XVIII secolo decisero di passare dunque dal 18 al 28 febbraio di quell’anno.

30 febbraio 1712. Febbraio da 30 giorni già nella R|oma antica?

Per quanto possa sembrare incredibile il caso svedese non è l’unico ad aver annoverato un 30 febbraio sul calendario.

In Unione Sovietica nel 1929 si decise di adottare il Calendario Rivoluzionario Sovietico.

Si trattava di un calendario composto da 12 mesi di 30 giorni ciascuno più 5 (o 6 nel caso di anni bisestili) festività che non rientravano in alcun mese.

Nel 1930 e nel 1931 vi fu dunque un 30 febbraio nel calendario sovietico, salvo poi fare retromarcia immediatamente.

Infatti dal 1932 anche l’Unione Sovietica tornò ad adottare il calendario standard con febbraio di 28 giorni (29 in caso di anno bisestile).

Anche il Calendario Copto si compone di 12 mesi da 30 giorni ciascuno.

A questi va aggiunto un breve mese intercalare alla fine dell’anno composto da 5 giorno (o 6 nel caso di anno bisestile).

Simile a quello Copto fu anche il Calendario Rivoluzionario Francese che però ebbe vita breve (dal 1792 al 1805).

30 febbraio 1712. Quello svedese non è stato l’unico 30 febbraio

Stando a quanto affermato dallo studioso Sacrobosco nel 1235 nell’antico calendario giuliano il mese di febbraio avrebbe avuto 29 giorni.

Ovvero 30 giorni negli anni bisestili, praticamente un giorno in più rispetto a quello del nostro calendario moderno.

Secondo lo studioso medievale fu l’imperatore Augusto a togliere un giorno a febbraio per “donarlo” al mese Sextilis che venne rinominato agosto.

Difatti Sextilis divenne Augustus proprio per onorare l’imperatore, così come Iulius fu chiamato così in onore di Giulio Cesare.

Avendo agosto in origine, secondo il Sacrobosco, solo 30 giorni l’imperatore Augusto decise di portarlo a trentuno.

Aggiunse dunque un giorno, secondo questa teoria, per renderlo lungo uguale al mese di luglio (dedicato a Giulio Cesare).

Per fare ciò tolse un giorno da febbraio riducendo quest’utiltmo da 29 a 28 giorni.

Dunque da 30 a 29 negli anni bisestili.

Va sottolineato come però questa teoria del Sacrobosco non abbia mai trovato alcuna conferma documentale.

Foto di Unif da Pixabay

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Multiverso, parte il tour 2024 del cantautore Dario Naccari

(Multiverso) Articolo scritto da E.T.A. Egeskov per Pillole di Cultura

Dal 29 febbraio all’8 marzo Dario Naccari in concerto con Multiverso da sud a nord in Italia.

SOMMARIO

Parte il 29 febbraio da Reggio Calabria per arrivare a Torino l’8 marzo il nuovo tour di Dario Naccari.

Il cantautore siciliano presenterà così il suo discorso d’esordio dal titolo Multiverso.

Multiverso. Dario Naccari

Classe 1984, Dario Naccari è cantante, musicista, compositore e musicoterapeuta.

Ricopre anche il ruolo di cantante e di autore dei testi all’interno di Demomode, una band con la quale ha pubblicato due album.

Hai paura nel 2010 e OU nel 2014.

Nel 2020 ha pubblicato Comandante, un brano inciso con lo pseudonimo di Frenk.

È tornato a utilizzare il suo nome con l’incisione di Grosso Frenk nel 2022.

Nel 2023 pubblica Più Lento (in aprile) e Tirreno (a giugno).

Multiverso. L’album

Il brano d’esordio dell’album è Grosso Frenk, già conosciuto come singolo nel 2022.

Seguono poi Più Lento, Giovani in enterno, Comandante, Il giorno e la notte, Tirreno.

Arriva poi la canzone che da il titolo all’album, ovvero Multiverso.

Chiudono i brani Quelli che ben pensano (feat Tusco – Cover Frenkie hi-nrg).

Multiverso

La copertina dell’album è a sua volte un’opea d’arte della pittrice Manuela Macaluso (conosciuta come MACA).

Rappresenta vari livelli dell’esistenza umana, attraverso i quali l’uomo viaggia ed esplora anche il proprio interiore.

Una fusione fra micro e macro in una visione d’insieme fra terra e il proprio corpo.

Multiverso. Il tour

Primo appuntamento il 29 febbraio presso il Malavenda Cafè di Reggio Calabria.

Subito il giorno seguente, 1 marzo, ancora in Calabria al Whynot di Catanzaro.

Risalendo verso nord il 2 marzo appuntamento a Potenza al Pipistrello Club.

Nei due giorni successivi doppio appuntamento a Roma.

Il 3 marzo all’Arci Santa Libbirata e il 4 marzo alla fermata ATM Cipro con un format openstage.

Un giorno di riposo per poi essere il 6 marzo alla Gallery 16 di Bologna.

Il giorno seguente ancora più a nord a Pavia ai Downtown Studios.

Infine l’8 marzo a Torino ancora un format openspace alla fermata ATM Lingotto.

Per conoscere le altre date del tour dopo Torino e per saperne di più su Dario Naccari:

https://linktr.ee/darionaccari

Immagini by Gabriele Lo Piccolo

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Primavera Fiesolana, 11 serate prima dell’Estate Fiesolana

(Primavera Fiesolana) Articolo scritto da E.T.A. Egeskov per Pillole di Cultura

Visto il grande successo delle passate edizioni dell’Estate Fiesolana, da quest’anno l’appuntamento triplica grazie alla Primavera Fiesolana e all’Autunno Fiesolano.

SOMMARIO

L’Estate Fiesolana è da anni un appuntamento imperdibile per Fiesole e il suo territorio.

Avendo raddoppiato il numero di spettacoli serale l’Estate Fiesolana ha finito con il chiamare aiuto.

E quest’anno arrivano a sostegno due nuovi appuntamenti per completare l’offerta fiesolana.

Primavera Fiesolana e Autunno Fiesolano, affiancheranno, in versione indoor, l’Estate Fiesolana dando continuità all’offerta sempre più ricca di spettacoli.

Primavera Fiesolana

Primavera Fiesolana. Tutto ha origine dall’Estate Fiesolana

Dal 1962 il Teatro Romano di Fiesole ospita il festival all’aperto più antico d’Italia.

L’Estate fiesolana in questi sessant’anni e oltre ha regalato emozioni con concerti e spettacoli serali in una magnifica cornice.

Tanto che negli ultimi anni le serate di apertura sono praticamente raddoppiate per la gioia del pubblico toscano.

Il Teatro Romano ha visto protagonisti un po’ tutti i grandi nomi, sia dello spettacolo che della musica.

Tanto che ormai l’appuntamento estivo fiesolano ha varcato gli stretti confini della Toscana per attirare pubblico da ogni dove.

Primavera Fiesolana

Primavera Fiesola. Tre sono meglio di uno

Visto il grande successo della rassegna estiva a Fiesole hanno pensato di raddoppiare.

Anzi, meglio, di triplicare.

Sono nate infatti la Primavera Fiesolana e l’Autunno Fiesolano.

Due appuntamenti indoor che garantiranno una continuità con l’appuntamento estivo arricchendo il cartellone.

Dal 6 al 24 aprile presso il Teatro di Fiesole appuntamento con la prima edizione della rassegna primaverile.

Undici spettacoli in cartellone partendo da Roberto Mercadini, passando per Tullio Solenghi, finendo con Umberto Abbiati.

E molto altro nelle altre serate, compresa la Camerata Fiesolana con musiche di Mozart, Bach e Haydn.

Appuntamento poi dopo l’estate con l’Autunno Fiesolano con date e cartellone ancora da definire.

Primavera Fiesolana
Primavera Fiesolana

Primavera Fiesolana. Il cartellone

Si parte il 6 aprile con lo spettacolo Little Boy. Storia incredibile e vera della bomba atomica di e con Roberto Mercadini.

Il 9 aprile appuntamento con Francesco Maccianti con il suo spettacolo musicale Songbook.

Doppio serata (10 e 11 aprile) con Massimo Cirri e Peppe Dell’Acqua in Chille de la Balanza. Manicomio addio! Franco Basaglia 100. (tra parentesi) La vera storia di un’impensabile liberazione.

Una serata Pazzesca. Tullio Solenghi legge Paolo Villaggio il 15 aprile.

Il 17 aprile Saverio Tommasi sarà in scena con Fuoco alle polveri!

Alessandro Quarta e Giuseppe Magagnino in concerto con No Limits il 19 aprile.

Il 20 aprile sarà la volta di Remo Anzovino musicherà dal vivo il film The Cameraman di Buster Keaton.

La Scuola di Musica di Fiesole – Camerata Fiesolana proporrà le musiche di Mozart, Bach e Haydn il 21 aprile.

Chiuderà il 23 e 24 aprile Roberto Abbiati con Una tazza di mare in tempesta (da Moby Dick di Herman Melville).

Primavera Fiesolana

Primavera Fiesolana. Info utili

Tutti gli appuntamenti primaverili si terranno presso il Teatro di Fiesole, sito in Largo Piero Farulli 1 a Fiesole (Firenze).

Gli spettacoli serali avranno inizio alle ore 21.00.

Fanno eccezione il concerto della Camerata Fiesolana del 21 aprile che inizierà alle 17.30.

E le due date del 23 e 24 aprile con Roberto Abbiati che si produrrà in quattro repliche alle 19.30, 20.15, 21.00 e 21.45.

Primavera Fiesolana

Foto per gentile concessione di Marco Mannucci

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Bollate Jazz Meeting 2024, dal 4 marzo al 22 aprile la 26ª edizione

(Bollate Jazz Meeting 2024) Articolo scritto da E.T.A. Egeskov per Pillole di Cultura

Dal 4 marzo al 22 aprile appuntamento con la 26ª edizione del Bollate Jazz Meeting 2024 presso l’Auditorium Don Bosco di Bollate (Milano).

SOMMARIO

Tutto nasce nel 1994 quando viene costituita l’Associazione Bollate Jazz Meeting nell’omonima città dell’hinterland milanese.

Lo scopo dell’associazione è far conoscere e promuovere la musica jazz.

Dal 1997 organizza la rassegna annuale Conoscere il Jazz, realizzata in collaborazione con il comune di Bollate.

Quella del 2024 è la 26ª edizione del Bollate Jazz Meeting.

Bollate Jazz Meeting 2024. Il gatto e la volpe

Il primo appuntamento della rassegna è per il 4 marzo presso l’Auditorium Don Bosco di Bollate.

Protagonisti Simone Zanchini (Fisarmonica) e Gabriele Mirabassi (Clarinetto) con Il gatto e la volpe.

Un duo eclettico e capace di fondere sonorità diverse sfruttando al meglio le caratteristiche peculiari di ognuno.

Da un lato il virtuosismo ormai pluridecennale di Gabriele Mirassi con il suo clarinetto.

Dall’altro l’originalità innovativa di uno dei migliori fisarmonicisti a livello internazionale come Simone Zanchini.

Dalle sonorità dell’America Latina, passando per lo swing, per arrivare a un jazz moderno capace di coinvolgere ogni tipo di pubblico

Bollate Jazz Meeting 2024

Bollate Jazz Meeting 2024. Enrico Pierannunzi Trio

L’11 marzo ospite della rassegna sarà l’Enrico Pierannunzi Trio per una serata di altissimo jazz made in Italy e non solo.

Con oltre 70 compilation pubblicate a suo nome Enrico Pierannunzi con i suoi 75 anni è un pilastro del jazz italiano.

Ha collaborato con Chet Baker, Lee Konitz, Paul Motian, Charlie Haden Chris Potter, Marc Johnson, Joey Baron e molti altri ancora.

È tuttora l’unico artista italiano ad aver suonato e registrato più volte al Village Vaguard di New York con Marc Johnson e Paul Motian.

Nel concerto di Bollate sarà accompagnato da Thomas Fonnesbaek al contrabbasso e Roberto Gatto alla Batteria.

Bollate Jazz Meeting 2024

Bollate Jazz Meeting 2024. Giovanni Falzone Freak Machine

Terzo appuntamento della rassegno il 18 marzo con la tromba di Giovanni Falzone.

Per l’occasione accompagnato da Giuseppe la Grutta al basso elettrico e Andrea Bruzzone alla Batteria.

Freak Machine sono una serie di brani composti dallo stesso Falzone, in forma non convenzionale.

Brani caratterizzati da una forte componente ritmica e melodica che rendono riconoscibile e particolare il sound del trio.

Giovanni Falzoni ha alle spalle quasi un decenni di collaborazione con enti lirici e sinfonici italiani.

Soprattuto con l’Orchestra Giuseppe Verdi di Milano.

Dal 2004 si dedica in modo prioritario al jazz e alla composizione dei suoi brani come quelli che porta in concerto a Bollate.

Bollate Jazz Meeting 2024

Bollate Jazz Meeting 2024. Ellis in Wonderland

Il 25 marzo la rassegna darà spazio al compositore e trombettista jazz californiano Don Ellis.

Con lui a formare il trio Danilo Gallo al contrabbasso e Ferdinando Faraò alla bateria.

Considerato un genio innovatore e visionario, Don Ellis, è un autentico sperimentatore.

Tanto che nella sua musica ha incorporato elemento del rock, della musica elettronica e di altri generi musicali provenienti da varie parti del mondo

Bollate Jazz Meeting 2024

Bollate Jazz Meeting 2024. Tia Fuller Quartet

A chiudere la rassegna bollatese sarà il Tia Fuller Quartet il 22 aprile sempre all’Auditorium Don Bosco di Bollate.

Ad accompagnare il sax alto di Tia Fuller ci sarà il piano di Roberto Tarenzi, il contrabbasso di Luca Fattorini e la batteria di Marco Valeri.

Originaria di Denver, Tia Fuller alterna l’attività di concertita con quella di insegnante presso il Berklee College of Music di Boston.

Compositrice e bandleader è un’artista capace di spaziare dal jazz al pop, passando per l’R&B e molto altro ancora.

A lei la Disney si è ispirato per la protagonista del film Soul e dove Tia Fuller ha partecipato con la colonna sonora del film.

Bollate Jazz Meeting 2024

Foto e immagini by Bollate Jazz Meeting

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Pocahontas, la leggenda by Compagnia Marionettistica Carlo Colla & Figli

(Pocahontas) Articolo scritto da E.T.A. Egeskov per Pillole di Cultura

Dal 23 marzo al 17 aprile appuntamento con La leggenda di Pocahontas presso l’Atelier Carlo Colla & Figli di Milano.

SOMMARIO

La tradizione del teatro di marionette a Milano affonda le sue radici fin nel XVIII secolo.

La storia della famiglia Colla coincide in gran parte con quella del teatro di marionette meneghino.

Tanto che all’inizio del Novecento la compagnia marionettistica dei Colla viene scritturata per il celebre Teatro Gerolamo.

Teatro nel quale resterà sino al 1957, anche se nel frattempo prenderà la gestione anche della sala di Piazza Beccaria.

Pocahontas. L’atelier Carlo Colla & Figli

Dal 1994 l’Atelier Carlo Colla & Figli di Milano ospita per tre mesi all’anno la stagione della omonima compagnia.

La Compagnia Carlo Colla & Figli per due periodi di 15 giorni ciascuno è ospite anche del Piccolo Teatro, sempre di Milano.

Contemporaneamente l’atelier è anche il luogo ove sono conservati gli archivi storici della compagnia.

Custodisce oltre 30.000 pezzi (fra marionette, costumi, scenografie, attrezzature di scena, etc…) a partire dal 1699 fino ai giorni nostri.

Oltre a ospitare corsi e laboratori per il teatro di marionette e quello di figura.

Pocahontas. La leggenda

Grazie al film della Disney del 1995 un po’ tutti quanti conosciamo La leggenda di Pocahontas.

La principessa dei nativi americani che sposò un inglese e divenne una celebrità in Europa.

Secondo la tradizione fu John Smith di Jamestown che venne catturato dalla tribù Powhatan a rendere celebre la principessa.

Pocahontas infatti era figlia del capo tribù e secondo il racconto dello Smith gli salvò la vita quando venne messo a morte dopo essere stato catturato.

In base a questa versione nacquero relazioni amichevoli fra la tribù Powhatan e i primi coloni insiediati nella Virginia all’inizio del 1600.

Verso il 1612 venne catturata da alcuni coloni che tentarono di scambiarla con alcuni priginieri inglesi in mano ai nativi americani.

Durante la prigionia Pocahontas conobbe John Rolfe del quale divenne moglie nel 1614.

Nel 1615 la coppia lasciò il Nuovo Mondo per un viaggio in Inghilterra.

Dopo due anni decisero di far rientro in Virginia ma praticamente all’inizio del viaggio Pocahontas si ammalò e morì.

Fu seppellita in una chiesa del Kent anche se della sua tomba si è persa traccia a causa di un incendio.

Pocahontas. Lo spettacolo

Normalmente il teatro di marionette attinge alla tradizione europea per i suoi spettacoli.

Ciò non di meno Pocahontas è stata una lodevole eccezione, ben prima che se ne accorgesse la Disney.

Lo spettacolo ha voluto sottolineare il carattere di tragedia, inteso in senso “greco” della vicenda,.

Sottolineato anche dalle musiche di Lorenzini, che ben di differenziano da quelle dei cartoons d’oltreoceano.

Naturalmente nel disegnare la storia per marionette si è dovuto tenere in equilibrio verità storica e leggenda.

Compito non sempre agevole, ma contrariamente a quanto accaduto con i film d’animazione il teatro di marionette ha voluto dare vita a una Pocahontas più verosimile e veritiera.

Dedicato ai bambini come sempre è uno spettacolo che non viene disdegnato dagli adulti, come tutti quelli della compagnia.

Pocahontas. Le date

Lo spettacolo va in scena dal 23 febbraio al 17 marzo 2024 presso l’Atelier Carlo Colla & Figli di Milano.

Gli spettacoli pomeridiani sono previsti per le ore 16.00.

E si terranno nei giorni 25 febbraio, 3, 10 e 17 marzo.

Il 23, 24, 29 febbraio lo spettacolo andrà in scena in versione serale con inizio alle ore 20.00

Come pure nei giorni 1, 2, 7, 8, 9, 14, 15, 16 marzo l’inzio dello spettacolo sarà sempre alle ore 20.00.

Pocahontas

Pocahontas. Crediti spettacolo

La leggenda di Pocahontas è uno spettacolo di marionette di Eugenio Monti Colla, da un’idea di Eugenio Monti Colla e Elisabetta Di Mambro.

Le musiche sono di Danilo Lorenzini mentre le scene del repertorio della Compagnia sono integrate da Franco Citterio.

I costumi sono a cura di Eugenio Monti Colla, le luci di Franco Citterio e la direzione tecnica di Tiziano Marcolegio.

Le voci recitanti sono di Loredana Alfieri, Marco Balbi, Roberto Carusi, Mariagrazia Citterio, Tommaso Correale Santacroce, Fabio Mazzari, Lisa Mazzotti, Sheila Perego, Gianni Quillico, Franco Sangermano.

I marionettisti sono Franco Citterio, Maria Grazia Citterio, Piero Corbella, Camillo Cosulich, Debora Coviello, Cecilia Di Marco, Michela Mantegazza, Tiziano Marcolegio, Pietro Otto Monti, Giovanni Schiavolin, Paolo Sette.

Voce Giulia Olcese, strumentisti del LaRiS Ensemble: Paolo Sportelli e Enrico Gabrielli (clarinetti) Daniele Savi (corno) Antonio Papetti (violoncello).

La regia è curata da Eugenio Monti Colla

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Tutta colpa del cioccolato 5° book della serie di Adele Ross

(Tutta colpa del cioccolato) Articolo scritto per Libri, Pillole di Cultura ed Emozioni in punta di penna

Ascolta “Emozioni in punta di penna. Puntata 1 – Tutta colpa del cioccolato 5° book della serie di Adele Ross” su Spreaker.

Con Tutta colpa del cioccolato la scrittrice Adele Ross aggiunge un nuovo capitolo, il quinto, alla fortunata serie Tutta colpa di…

SOMMARIO

A distanza di oltre sei anni l’autrice della serie Tutta colpa di… torna con un nuovo capitolo dal titolo Tutta colpa del Cioccolato.

Dopo aver fatto sorridere e commumere il pubblico con i quattro volumi precedenti Adele Ross è tornata con un nuovo capitolo della serie.

L’autrice è fresca del recente successo del volume Caduta nel passato, un romance/viaggio nel tempo.

Tutta colpa del cioccolato. Il libro

Premessa: niente spoiler.

Dunque nessuna paura a leggere le righe che seguono.

Non verrà svelato nulla del finale e di ciò che accade nel corso della storia.

Adele Ross torna alla serie di Tutta colpa di… dopo oltre sei anni di silenzio (ma con tanti altri libri pubblicati però).

Lo fa con un libro che già dal titolo promette molto e leggendolo conferma le attese.

La protagonista, Naieda, lavora in un’agenzia pubblicitaria e deve curare una campagna per un cliente molto particolare.

Ma si sa, l’ufficio a volte può essere galeotto e ciò che sembrava davvero impossibile diventa quanto mai realtà…

No spoiler… soltanto un consiglio: leggetelo anche per scoprire il segreto di questo misterioso cioccolato.

Ne vale davvero la pena!

Tutta colpa del cioccolato. La serie

Tutto ebbe inizio nell’ottobre del 2016 con il primo volume dal titolo Tutta colpa del matrimonio.

Un romance chick-lit permeato dalle musiche degli ABBA e di tanta ironia che rende Tricia, la protagonista, unica nel suo genere.

Un volume che ha incontrato il favore del pubblico e continua a piacere anche a distanza di otto anni ormai.

Il secondo volume ha un titolo che è tutto un programma: Tutta colpa di San Valentino.

E cosa c’è di più azzeccato in questo periodo dell’anno?

Segue poi un libro decisamente estivo e sorprendente come Tutta colpa di Caraibi.

Cambiano le ambientazioni e i protagonisti ma la verve, l’ironia e le emozioni non mancano, neppure su un’isola lontana.

Il quarto volume delle serie ci porta in clima natalizio, come suggerisce il titolo Tutta colpa di Natale.

Godibile in ogni momento dell’anno è imperdibile sotto l’albero addobbato.

Tutta colpa del cioccolato. L’autrice

Adele Ross a partire dal 2016 sino ad oggi ha pubblicato in self-publishing 20 libri più due raccolte.

La scelta di auto-pubblicarsi rispecchia la sua volontà di essere editrice di se stessa per poter arrivare al suo pubblico in totale autonomia.

Adele Ross ha uno stile molto particolare, vivace, capace di battute al vetriolo che riesce ad alternare a scene romantiche da film.

Indimenticabili, a detta della gran parte dei suoi lettori, sono i dialoghi.

Serrati, vivi, verosimili, pungenti, divertenti, romantici… unici verrebbe da sintetizzare.

Un’autrice amata per le sue storie mai scontate e banali, ricche di humor e dialoghi pungenti.

Libri dal ritmo serrato e che si fanno leggere tutto d’un fiato.

Tutta colpa del cioccolato. Adele Ross omaggia Jean Webster

Cinque anni fa, nell’estate del 2019, Adele Ross volle omaggiare una grande scrittrice americana del ‘900.

Forse il nome Jean Webster non dice granché a molti, ma Papà Gambalunga dovrebbe al contrario accendere qualche lampadina.

Specialmente a chi ha un po’ di anni sulle spalle e ricorda il famoso film del 1959 con Fred Astair e Leslie Caron.

Ispirandosi proprio al libro della Webster l’autrice Adele Ross ha voluto ricreare quel mood portandolo ai giorni nostri.

È nato così Un inaspettato benefattore, un romance che è più di una semplice storia d’amore e che ha regalato emozioni a tutti coloro che lo hanno letto.

Tutta colpa del cioccolato. Gli altri libri

In questi otto anni Adele Ross ha pubblicato volumi ricchi di humor e sentimento ma non solo.

Con I lupi di Central Park e Hans, Greta e la strega del marzapane ha voluto sconfinare nel mondo delle fiabe e del fantastico, a modo suo però!

Con Il cuore fragile di una strega è andata incontro al pubblico teenager con una storia tutta per loro, sempre in stile Adele Ross.

Due incursioni anche nel mondo del paranormale con Oh my ghost, ho ereditato un fantasma e Caduta nel passato.

Due storie romance venate di elementi sovrannaturali ma sempre con tanta ironia, battute al vetriolo e tanto sentimento.

Senza dimenticare i due romance un po’ paranormal e un po’ natalizi come Amaliah, apprendista diavoletta combinaguai e L’angelo della porta accanto.

E sempre in tema natalizio come non ricordare anche Aiuto, Babbo Natale mi ha rapito, dove la sensualità va persino al Polo Nord?

Da non perdere anche la raccolta di racconti, tutti al vetriolo, di Piccole bomboniere crescono.

Arte e Sentimenti. Intervista a Monica Carpanese

(Arte e Sentimenti) a cura di Cecilia S.D. Rossi per Pillole di cultura, Fatti e Società e Arte e Sentimenti

Arte e Sentimenti. Monica Carpanese, quando la determinazione porta al successo

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Arte e Sentimenti. Ascolta la puntata completa

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Amare non è la stessa cosa che desiderare

(Amare) Articolo scritto della dottoressa Ilena Aprea per Pillole di Cultura

In occasione della festa di San Valentino è bello ricordare quanto diceva Herman Hesse, ovvero che amare è un desiderio che si è fatto saggio.

SOMMARIO

Da quando San Valentino è la festa degli innamorati?

Perché si festeggia proprio il 14 febbraio?

È così in tutto il mondo?

Perché si regalano rose e si scrivono bigliettini?

Amare. Tradizioni e origini della festa degli innamorati

La storia

La tradizione fa risalire la festa degli innamorati al 496 d.C.

Quando papa Gelasio I pose fine agli antichi riti pagani dedicati a Luperco, il dio della fertilità.

Riti che si celebravano il 15 febbraio con festeggiamenti sfrenati totalmente contrastanti con l’ idea di amore e della morale cristiana.

Il momento clou era quello in cui le matrone romane si offrivano in strada alle frustate di giovani devoti al fauno Luperco.

Questi ultimi erano nudi o coperti solo da un gonnellino.

Anche le donne incinte si sottoponevano al rito in quanto erano convinte che avrebbe fatto bene al nascituro.

Papà Gelesio I decise di anticipare la festa dell’ amore al 14 febbraio giorno dedicato a San Valentino martire redendolo così protettore degli innamorati.

Le origini letterarie

Geoffrey Chauser il quale nel poemetto Il parlamento degli uccelli descrive una specie di visione che riguarda il 14 febbraio.

Giorno in cui gli uccelli scelgono davanti alla dea natura il loro compagno.

Un’ opera legata a eventi di corte luogo in cui l’amore romantico trionfa sempre .

Infatti si tratta di un poema in 700 versi scritto alla fine del ‘300 in onore del matrimonio tra Riccardo II e Anna di Boemia.

Nel quale l’autore fa un’associazione tra Cupido e San Valentino che in questo modo diventò il tramite ultraterreno nella dimensione dell’amor cortese.

Amare. San Valentino

Il santo patrono degli innamorati

Il protettore degli innamorati, San Valentino, era un vescovo romano originario di Terni martirizzato a Roma il 14 febbraio 273.

Dopo essersi convertito al cristianesimo nel 197 fu ordinato vescovo di Terni.

Nel 270 andò a Roma allo scopo di predicare il vangelo e convertire i pagani.

L’imperatore Claudio II il Gotico tentò di convincerlo a tradire la fede cristiana ma lui si rifiutò di farlo.

Anzi provò a convertire lo stesso imperatore il quale decise di non condannarlo a morte ma lo affidò a una famiglia nobile forse a causa delle sue origini patrizie.

La sua popolarità continuò ad aumentare negli anni facendolo amare dalla popolazione.

Forse per questo fu nuovamente arrestato sotto Aureliano e fu decapitato a novantasette anni e le sue spoglie portate sulla collina di Terni dove fu sepolto.

Amare

Amare. Le leggende

La rosa della conciliazione

La prima leggenda (alla quale credono gli americani) riguarda la  rosa della conciliazione.

Secondo questa leggenda San Valentino sentì due fidanzati che litigavano vicino al suo giardino.

Decise quindi di andare loro incontro sorridendo con una rosa in mano e la a pace fu fatta!

La storia si diffuse e gli abitanti iniziarono ad andare in pellegrinaggio dal vescovo di Terni il quattordici di ogni mese.

Da qui anche la tradizione di regalare rose a San Valentino.

Il matrimonio tra la giovane cristiana e Serapia e il centurione romano

Un’altra leggenda riguarda il matrimonio tra la giovane cristiana Serapia e il centurione romano Sabino che fu anche la causa del suo martirio.

Lei era molto malata e su preghiera dell’innamorato il vescovo li unì in matrimonio prima che la povera Serapia morisse.

Lo scambio di biglietti di San Valentino

Anche lo scambio di biglietti il 14 febbraio ha due spiegazioni leggendarie.

La prima, la più accreditata, narra che il vescovo fece il miracolo di ridare la vista alla figlia cieca del suo carceriere alla quale il vescovo scrisse un biglietto: “Dal tuo Valentino“.

Tale storia forse prese spunto da un reale evento storico.

Nel 1415 il Duca d’Orleans che era prigioniero degli inglesi scrisse una lettera alla moglie chiamandola la sua “dolcissima Valentina“.

L’altra leggenda narra che il sacerdote possedeva un grande giardino dove i bambini giocavano ogni giorno.

La sera Valentino regalava loro un fiore da portare a casa.

Un giorno, però, il Santo fu imprigionato quindi i bambini non sapevano più dove andare a giocare.

Due piccioni viaggiatori scapparono dal giardino del Santo e riuscirono a trovare il loro padrone.

Si posarono sulle sbarre della finestra della sua cella e iniziarono a tubare.

Valentino li riconobbe e legò al collo di uno dei due un sacchetto a forma di cuore con dentro un biglietto e al collo dell’altro una piccola chiave.

Quando i piccioni tornarono furono accolti con enorme gioia.

Le persone si accorsero di ciò che avevano al collo e riconobbero la piccola chiave che era quella che apriva il cancello del giardino di Valentino.

Mentre nel biglietto c’era scritto: “A tutti i bambini che amo, dal vostro Valentino”.

Amare. Innamorarsi a San Valentino al cinema

I film d’amore, che toccano il cuore sono tanti ma pochi di essi sono in effetti ambientati a San Valentino.

Pensiamo, ad esempio, a intramontabili successi quali Via col vento, Casablanca, Titanic, che sono drammi romantici ma non si svolgono nel periodo clou degli innamorati.

Anche la romantica scena di Lilli e il vagabondo, l’irresistibile cena cult per tutte le coppie, si svolge durante le festività di Natale.

5 film legati a San Valentino

Il primo è 5 appuntamenti per farla innamorare (I Hate Valentine’S Day) del 2009.

Protagonisti la famosa accoppiata Nia Vardalos e John Corbett, indimenticabili protagonisti de Il mio grosso grasso matrimonio greco.

Una commedia romantica in cui quella che doveva essere una relazione a breve termine diverrà una storia d’amore unica.

Appuntamento con l’amore del 2010, con un cast d’eccezione: Jessica Alba, Bradley Cooper, Julia Roberts, Ashton Kutcher, Patrick Dempsey, Jamie Foxx.

Vengono raccontate dieci storie ambientate a Los Angeles.

Il loro filo conduttore è proprio l’amore.

Per ciò riguarda il cinema italiano non si può non citare San Valentino Stories, del 2018.

Una commedia ambientata a Napoli in cui i tre registi, Antonio Guerriero, Emanuele Palamara, Gennaro Scarpato, raccontano la loro visione dell’amore ai piedi del Vesuvio.

Indimenticabile la frase di questo film: “Cupido è nato a Napoli“.

Amare

Ma a far battere forte il cuore oltre all’ amore è anche la paura e per gli amanti dell’horror ne è un esempio San Valentino di sangue 3D.

Pellicola nel quale il terrore bussa alla porta degli innamorati nel giorno dedicato a loro.

Un film consigliato alle coppie che intendono festeggiare in maniera alternativa, “regalandosi” un film “da paura”!

Infine un ultimo film da non perdere è Un’avventura, con la regia di Marco Danieli.

I protagonisti sono Michele Riondino e Laura Chiatti.

Si tratta di un musical il quale, pur non ambientato a San Valentino, ne rientra a pieno titolo in quanto celebra il grande Lucio Battisti.

Il film è uscito nelle sale cinematografiche il 14 febbraio del 2019.

Amare. 8 libri che a San Valentino raccontano l’amore

In letteratura non esiste un tema più tratato dell’amore descritto grazie a poeti e scrittori in tutte le epoche ed in tutti i luoghi.

Fin dall’antichità Saffo e Catullo misero in versi la bellezza di questo sentimento tanto complesso.

Aprendo la strada a quanti, dopo di loro, hanno reso immortali in prosa o in versi amori di ogni tipo.

Per la festa degli innamorati ecco una selezione di amori letterari tra quelli più belli, in grado di togliere il fiato e che potrebbero essere di ispirazione nella scelta dei libri.

Romeo e Giulietta di William Shakespeare

La storia inizia con l’accendersi casuale di un’incontrollabile passione tra i due protagonisti.

Romeo va ad una festa per incontrare Rosalina e non Giulietta, ma quando essi si vedono scatta la famosa scintilla.

Anche se nessuno dei due sa di avere davanti a sé il proprio nemico.

Si tratta di una tragedia dell’amore giovanile e viene ritenuta la storia d’amore per eccellenza.

Orgoglio e pregiudizio di Jane Austen

In provincia non accade mai niente di interessante e l’arrivo di due giovani benestanti e scapoli è un avvenimento importante.

Soprattutto in una casa in cui le cinque sorelle Bennet, ragazze in età da marito e di scarsi mezzi economici.

Ma fin dal primo incontro tra lo scostante Darcy e la vivace Elizabeth scatta una viscerale antipatia.

Ma gli eventi inaspettati porteranno il pregiudizio di Elizabeth e l’aristocratico orgoglio di Darcy a sgretolarsi e anzi questi capirà di essere innamoratissimo.

Cime tempestose di Emily Brontë

Ambientato nella brughiera selvaggia dello Yorkshire le invidie i rancori e le ossessioni trasformano la storia d’amore tra Heathcliff e Catherine in una passione assoluta, pericolosa e crudele.

Chiamami col tuo nome di André Aciman

È la storia di un paradiso scoperto ma già perduto e una meditazione sul desiderio, quasi in chiave proustiana

Una lunghissima lettera d’amore o una domanda che rimane aperta per gli anni che vengono.

Fino a quando un giorno Oliver ed Elio si ritroveranno impegnati nella ricerca di parole per poter esprimere ciò che non può essere detto.

E per confessare, innanzitutto, a se stessi, che “questa cosa che quasi non fu mai ancora ci tenta”.

Le affinità elettive di Johann Wolfgang Goethe

Tra tutte le opere di Goethe, questa è la più ambigua, ed è questo il suo fascino.

È, allo stesso tempo, una critica feroce ed una celebrazione riluttante dell’amore romantico.

Un romanzo scritto nell’età matura che mostra con psicologica precisione l’irruzione graduale del caos in un mondo ordinato.

Le notti bianche di Fëdor Dostoevskij

Quattro notti e un mattino per riuscire a raccontare una storia che si muove tra il buio e la penombra della coscienza.

Il giovane protagonista è un sognatore che si nutre di sentimenti e durante la notte incontra una ragazza che piange.

La storia potrebbe concludersi con il lieto fine ma il finale è amaro.

La San Pietroburgo avvolta nel suo bianco silenzio fa’ da sfondo a questa storia a due voci.

L’amore ai tempi del colera di Gabriel García Márquez

È un romanzo che parla di speranza e di amore con cui Gabriel García Márquez abbandona la sua solita inquietudine e l’impegno di denuncia sociale per poter raccontare una storia di ottimismo e passione.

Via col vento di Margaret Mitchell

Conquista i lettori di tutto il mondo con la sua avvincente trama ricca di colpi di scena caratterizzata da repentini cambi di fortuna e da una bellissima storia d’amore.

La critica lo definiì un Grande Romanzo Americano, osando addirittura il paragone con Tolstoj.

Amare

Amare. Libri per vere donne romantiche da leggere e regalare a San Valentino

Ecco alcuni dei titoli più emozionanti da poter leggere che potrebbero rendere felici le più romantiche delle lettrici.

Un libro romantico anche se struggente è Io prima di Te di JoJo Moyes.

Nel 2016 da questo romanzo è stato tratto l’ omonimo film.

Si tratta di un libro che lascia il segno, catturando il lettore ad ogni pagina.

Con estrema delicatezza oltre alla d’amore tra Louisa e William viene anche affrontato il tema molto spinoso della morte assistita.

La protagonista femminile è una bizzarra ragazza che però non sa ancora cosa vuole dalla vita.

Per questo motivo quando le propongono di lavorare per William Traynor, accetta.

Tra loro nasce, anche se non subito, una bellissima intesa e scoprono quanto la vita possa essere bella se accanto a te hai qualcuno con cui condividerla.

Ma questo non basta a salvare Will dalla sua infelicità.

Un libro perfetto per tutti coloro che amano le storie profonde e struggenti.

Per tutte coloro che, invece sono in attesa dell’arrivo del principe azzurro c’è Come inciampare nel principe azzurro di Anna Premoli

Chi non vorrebbe avere al suo fianco il principe azzurro?

Trovarlo non è semplice.

Madison, la protagonista del romanzo, lo sa bene.

Costretta a volare fino in Corea del Sud per lavoro, lì incontrerà il suo capo Mark, il quale però non le renderà la vita semplice.

Madison, anche se è spaventata dalle novità, affronta la nuova esperienza e piano piano tra lei e Mark scocca la scintilla, tra ironia e battute.

Anna Premoli in Italia è una delle penne rosa più apprezzate e racconta la perfetta storia d’amore.

Ideale per tutti coloro che hanno intenzione di essere catapultati in una storia allo stesso tempo dolce e divertente, con quel suo modo di scrivere leggero e scoppiettante.

Per Quelli che invece credono nella forza del destino un titolo interessante è L’amore è un difetto meraviglioso di Graeme Simsion.

Questo è un romanzo diventato subito un bestseller tradotto in 38 paesi ed è la confermache l’amore non risponde a schemi e regole predefinite.

Al contrario, a guidarlo sono il destino e le scelte non razionali.

Dan, il protagonista, se ne convincerà poco a poco.

Lui è convinto di riuscire a trovare l’anima gemella attraverso la creazione di uno schema.

Incontrare Rosie distrugge tutte quelle certezze, fino a quando la corazza che si era creato per non farsi travolgere dal destino non verrà scalfita.

Un tipo di scrittura ironica e leggera, perfetta per quelli credono nel potere del destino.

Un altro titolo da tenere in considerazione è La misura della felicità di Gabrielle Zevin

Perdere l’amore della propria vita può portare le persone a chiudersi in loro stesse diventando scontrose.

Questo è ciò che accade ad A.J. Fikry, il protagonista, un libraio che ha perso la passione per i libri e la voglia di rapportarsi agli altri.

Un giorno nel negozio entra Maya, una bambina dagli occhi vivaci che ha in mano un biglietto.

Abbandonata dalla madre, la piccola Maya mostra una grande curiosità per i libri.

Grazie a lei al libraio torna la voglia di vivere e di essere padre.

È il libro perfeetto per chi vuole ancora credere nella forza dell’amore.

E ancora Sai tenere un segreto? di Sophie Kinsella

Questo romanzo del 2003 ha consacrato l’autrice come la regina dei romanzi rosa.

La quale, con il suo modo di scrivere frizzante e ironico, riesce a tenere il lettore incollato fino all’ultima pagina.

Emma, la protagonista della storia, ha molta paura di morire e l’aereo su cui viaggia, scosso da forti turbolenze, peggiora la sua fobia.

La sua paura è tale da spingerla a confessare a un perfetto sconosciuto, l’uomo che le siede accanto, tutti i suoi segreti perfino quelli più imbarazzanti.

Una volta arrivati a destinazione Emma scopre che quell’uomo è il suo capo.

Un libro spensierato che racconta come sai possibile l’amore tra persone diverse.

Amare. Le usanze nel mondo

L’amore dovrebbe essere festeggiato tutti i giorni, tuttavia San Valentino viene vissuta come un’occasione speciale in tutto il mondo da milioni di persone.

Le quali colgono l’occasione per celebrare, insieme alle persone amate l’amore che li accomuna.

Sebbene venga vista da tanti come una festa che ha solo dei fini commerciali, la giornata dedicata agli innamorati è il frutto di una tradizione che risale a molti secoli fa ed ha origine nella festa religiosa dedicata al patrono dell’amore.

Ecco di seguito un interessante viaggio culturale che aiuterà a scoprire alcune tradizioni nel mondo legate a tale ricorrenza.

Nella lista delle tradizioni più curiose troviamo ciò che si faceva nell‘Inghilterra del XVIII secolo.

La sera prima, con uno spillo, le donne fissavano sul cuscino cinque foglie di alloro spruzzate con acqua di rose.

Una veniva messa al centro e le altre poste agli angoli.

Prima di andare a dormire, recitavano una preghiera: “Buon Valentino, sii generoso con me e concedimi di vedere in sogno il mio vero amore”, sperando che questo avrebbe indotto l’apparizione in sogno del futuro marito.

In Danimarca, dove la festa ha iniziato a prendere piede solo negli anni Novanta dello scorso secolo è una pratica comune far recapitare alla persona amata una lettera – chiamata valentinsbrev” (“lettera di Valentino”) in cui si esprimono i propri sentimenti.

Alcuni Paesi del mondo non celebrano la festa degli innamorati il 14 febbraio, ma festeggiano in altri momenti dell’anno in modo simile.

In Brasile, ad esempio, c’è il “Dia dos Namorados” (la Giornata degli Innamorati) che si celebra il 12 giugno, la vigilia della giornata dedicata a Sant’Antonio, patrono del matrimonio.

Mentre in Argentina si festeggia, oltre a San Valentino, anche la prima settimana di luglio, “la Semana de la Dulzura” (la Settimana della Dolcezza) periodo in cui i baci vengono “regalati” in cambio di pensieri e dolci (infatti, è nota, anche come Semana de la Golosina, che vuol dire “Settimana dei Dolci”.

Un’iniziativa creata nel 1989 da “Asociación de Distribuidores de Golosinas, Galletitas y Afines” allo sopo di aumentare le vendite nel settore dolciario.

Attualmente una golosina por un beso, ossia un dolcetto per un bacio, in Argentina è un appuntamento da non perdere.

In Cina il giorno dedicato alla festa degli innamorati è chiamato “Qixi” e può essere tradotto come “La sera dei sette”.

Per questo motivo quello che viene definito come il festival dell’amore viene celebrato il settimo giorno del settimo mese del calendario cinese.

La sua origine è antica, infatti è festeggiato fin dall’età classica cinese (che va dal 206 a.C. al 220 d.C.).

Trae spunto da una leggenda che ha come protagonisti due sfortunati amanti i quali a causa dell’estrazione sociale differente sono costretti ad incontrarsi solo una volta l’anno.

Infine, nella Repubblica Ceca, sebbene San Valentino negli ultimi decenni abbia acquisito una grande popolarità, il 1° maggio è il giorno in cui i cechi festeggiano l’amore in tutte le sue forme.

La sua origine è molto particolare.

Infatti, sembra che si sia scelto l’inizio di maggio in onore di uno dei capolavori del periodo romantico ceco, “Máj” (Maggio), scritto da Karel Hynek Mácha, uno dei più importanti poeti praghesi.

L’usanza vuole che si faccia un pellegrinaggio al parco di Petřín, la sera del 1° maggio.

Lì infatti vi è collocata una statua dedicata al poeta dell’amore per eccellenza per il popolo ceco.

Foto di NoName_13 da Pixabay

Fonti:

  • Ansa, San Valentino, la festa degli innamorati ha una romantica origine italiana, 2023
  • Barbara Leone, San Valentino: la vera storia del giorno degli innamorati, 2023
  • Francesca Baranello, I romanzi da leggere a San Valentino per vere romantiche, Editor BestToday05, plurisettimanale telematico, 2019
  • Francesco Basso, Aspettando San Valentino, l’amore è una cosa naturale. La natura si risveglia proprio a San Valentino, Il Secolo XIX , 2018
  • Giuliana Gambuzza, San Valentino festa degli innamorati: perché?, Focus, 2022
  • Maaremosso – il magazine dei lettori, 10 libri sul comò – 10 libri che raccontano l’amore per San Valentino, 2023
  • Niccolò De Rosa, La vera storia di San Valentino, Redazione focus junior 2023
  • Paolo Ghisleni, San Valentino: storia, leggende e perchè si celebra la festa degli innamorati, bergamonews.it, 2019
  • Pisatoday, San Valentino: origini e nascita della festa degli innamorati, 2023

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Salem, il processo alle streghe del 1692

(Salem) Articolo scritto da E.T.A. Egeskov per Pillole di Cultura

8 febbraio 1692, una data che è rimasta nella storia della piccola cittadina di Salem e nell’immaginario collettivo per il famigerato processo alle streghe.

SOMMARIO

È forse uno dei luoghi più conosciuti e chiacchierati del pianeta nonostante a tutt’oggi conti poco più di quarantamila abitanti.

Difficilmente chiedendo a caso alle persone saprebbero indicare dove si trova su una mappa la cittadina.

O in quale stato debba essere collocata, al di là di dire che è negli Stati Uniti.

Però tutti o quasi conoscono il nome di Salem anche per via dei numerosi riferimenti nei film, nei videogiochi e nei libri.

Salem. Le sue radici puritane

I primi coloni giunsero sul luogo dove sarebbe sorta la città nel 1626, alla foce del fiume Naumkeag.

Il sito era già stato usato come luogo di scambi commerciali da parte dei nativi americani.

Il villaggio faceva capo alla Compagnia della Baia del Massachuttes che nel 1629 si costituì in Colonia (una delle famose 13 colonie americane).

Grazie al suo porto ben protetto e alla sua posizione geografica favorevole Salem attirò molti immigrati dalla madrepatria.

Fra loro tanti erano di fede puritana, tanto che già nel 1639 venne la prima chiesa cittadina, la First Church of Salem.

Il grande afflusso di padri pellegrini di fede puritana avrebbe influenzato la vita cittadina nei decenni a seguire come scopriremo.

Salem. L’epidemia di stregoneria

Era già una cittadina rigogliosa quando nel 1691 scoppiò quella che venne definita una vera e propria epidemia di stregoneria.

Tre giovani ragazze, compresa la figlia del pastore della chiesa puritana locale, cominciarono a manifestare strani comportamenti.

Le tre ragazze avevano giocato con uno specchio e un albume d’uovo sospeso nell’acqua e qualcuna di loro disse d’averci visto “qualcosa”.

Una bara, pare abbia dichiarato una certa Sarah Cole, era apparsa nell’albume d’uovo.

Di sicuro molte altre ragazze iniziarono ad avere strani comportamenti.

Bestemmie, trance, crisi epilettiche si erano diffuse a macchia d’olio tanto da mobilitare tutti i medici della zona per capirne l’origine.

Salem. Colpa di Satana

Fu la dichiarazione di un medico del luogo, l’8 febbraio del 1692, a porre il sigillo definitivo sulla questione.

Tale medico, di cui ignoriamo il nome, dichiarò che le giovani non erano malate in senso medico.

Bensì erano sotto l’effetto di qualche sortilegio prodotto da stregoneria con la complicità di Satana in persona.

Subito vennero arrestate alcune persone, donne ovviamente e si costituì un tribunale speciale per giudicarle.

L’isteria collettiva che aveva messo sottosopra il piccolo borgo del Massachuttes doveva trovare un capro espiatorio.

E quale miglior occasione di un processo pubblico per stregoneria additando come colpevole ultimo nientemeno che Satana stesso?

Salem. Tituba confessa

Le prime ad essere arrestare furono tre donne.

Una mendicante di nome Sarah Good insieme a Sarah Osborne, un’anziana signora del posto.

Ma decisivo fu l’arresto di Tituba, la schiava del reverendo Parris, il padre di una delle prime ragazze colpite dalla “stregoneria”.

La schiava confessò di essere una strega e aggiunse un altro particolare che confermò le ipotesi dei medici.

Tituba dichiarò infatti d’aver incontrato un uomo alto proveniente da Boston.

Per i giudici era la prova lampante che si trattava di Satana in persona e dunque il male si era insinuato nella cittadina.

Oggi è assai difficile riuscire a trovare il nesso causale fra la vista di un uomo alto proveniente da Boston e la sua identificazione con Satana.

Evidentemente in quel tempo o la città di Boston non godeva di buon nome in quanto a fede in Dio oppure qualunque cosa andava bene purché venisse trovato un colpevole.

Salem. Giles Corey si rifiuta di dichiararsi colpevole o innocente

Il tribunale speciale istituito finì con il condannare a morte per impiccagione diciannove persone.

Fra di esse uomini, donne ma anche bambini.

Un’altra vittima, la ventesima, fu l’ottuagenario Giles Corey, il quale si rifiutò categoricamente di sottoporsi a simile processo.

Salem

Non essendosi dichiarato né innocente né colpevole non poté essere impiccato come prevedeva la pena.

Ma non gli fu comunque risparmiata la morte, in quanto venne schiacciato sotto lastre di pietra.

Salem. Lo scioglimento della Corte

Altre quattro persone arrestate morirono in carcere prima di poter essere processate o giustiziate.

E la lista delle vittime sarebbe stata assai più nutrita se il 12 ottobre 1693 il governatore Phips non avesse sciolto la Corte.

Concluso il lavoro del tribunale speciale il caso dei cinquantadue detenuti in attesa di processo passò sotto una regolare Corte di Giustizia.

Quest’ultima assolse quarantanove degli imputati e commutò la pena capitale di altri tre ponendo fine alle impiccagioni.

Da quel momento in poi non vi furono più altri casi di presunta stregoneria né tantomeno processi alle streghe.

Salem. Dalla cronaca alla letteratura

Oltre un secolo dopo i fatti che portarono al processo alle streghe proprio a Salem nacque Nathaniel Hawthorne, uno dei più famosi romanzieri americani dell’Ottocento.

L’autore è famoso per il romanzo La lettera scarlatta, che sebbene non tratti il tema della stregoneria ben evidenzia il clima che regnava nella sua città natale nel XVII secolo.

Legata invece al tema della stregoneria è invece un’altra opera di Hawthorne dal titolo La casa dei sette abbaini.

Altrettanto famosa è l’opera teatrale dal titolo Il Crogiuolo del drammaturgo americano Arthur Miller.

Ambientata nella Salem del 1692 l’opera mette in pararello la caccia alle streghe del XVII secolo con il Maccartismo degli anni Cinquanta.

Fu infatti il senatore repubblicano Joseph McCarthy che negli anni Cinquanta diede vita a una costante ricerca di spie sovietiche sul suolo americano.

Pertanto ogni persona considerata fuori dal “normale” veniva sospettata di essere una potenziale spia.

Per questo spesso veniva deliberatamente danneggiata socialemente se non addirittura arrestata preventivamente.

Una vera e propria caccia alle streghe in versione moderna da Guerra Fredda.

Salem. Una vera fortuna per il cinema

Se la letteratura non ha saputo rinunciare agli spunti offerti dal processo alle streghe il cinema ne ha fatto un vero e proprio filone.

Già a partire dal 1937 la cittadina del Massachuttes è al centro della pellicola Maid of Salem di Frank Lloyd.

Di pochi anni più tardi (1942), il film dall’emblematico titolo Ho sposato una strega.

Nel 1957 il primo adattamento cinematografico de Il Crogiuolo di Arthur Miller, pellicola dal titolo Le vergini di Salem.

Del 1993 la pellicola Hocus Pocus, mentre nel 1996 esce il secondo adattamento de Il Crogiuolo con il titolo La seduzione del male.

Le streghe di Salem di Rob Zombie è invece una pellicola del 2013.

Salem. Anche televisione e videogiochi

Non poteva mancare la televisione nell’elenco di chi ha sfruttato quell’episodio doloroso della storia del Massachuttes.

Elencare tutte le serie tv che hanno avuto epicentro a Salem o che in qualche modo alla cittadina delle streghe sono legate sarebbe troppo lungo e tedioso.

Doveroso però ricordare alcuni titoli fra i più famosi, come il telefilm Streghe dove le sorelle Halliwell discendono da una strega del luogo.

Anche Samantha di Vita da strega vanta origini nella città del famoso processo.
Così come anche la strega di The Vampire Diaries vanta ascendenza stregonesca direttamente dal borgo della Nuova Inghilterra.

Il gatto di Sabrina, dell’omonimo telefilm Sabrina, vita da strega non a caso si chiama Salem ed è tutt’altro che un semplice gatto!

Per non dimenticare la recentissima serie tv intitolata proprio Salem, guardacaso.

La città delle streghe, come viene ormai denominata da molti, è presente anche in numerosi fumetti e in alcuni videogiochi.

Foto di 2234701 da Pixabay

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Leopoldo II, la vergogna del Belgio coloniale

(Leopoldo) Articolo scritto da Mos Maiorum per Pillole di Cultura

Il 5 febbraio 1885 re Leopoldo II del Belgio fondò il regno privato dello Stato Libero del Congo dando vita a una delle pagine più buie del colonialismo europeo in Africa.

SOMMARIO

La storia della colonizzazione in terra d’Africa affonda le sue radici per lo più nell’Ottocento partendo da un’Europa in profonda trasformazione.

Oltre ai principali stati coloniali (Inghilterra, Francia, Spagna, Portogallo) si aggiunsero anche stati più piccoli ma ambiziosi.

Fra questi anche il piccolo Belgio che aveva da poco conquistato l’indipendenza dalle Province Unite.

La storia della colonizzazione del Congo ha però una particolarità unica nel genere.

Non fu uno stato a colonizzare ma una singola persona, benché fosse il re del Belgio stesso.

Leopoldo. Belgio, uno stato da poco indipendente

Nel 1830 una rivoluzione portò la popolazione belga a rendersi indipendente dal Regno Unito dei Paesi Bassi.

Ma fu solo nel 1838 che il nenonato piccolo stato ottenne il riconoscimento ufficiale.

Il Belgio è stato fin dalla sua costituzione uno stato piccolo, di poco più di 30.000 km² .

Per fare un paragone la regione italiana della Lombardia ha una superficie di quasi 24.000 km²!

Non stupisce dunque che un novello stato come il Belgio nella seconda metà dell’Ottocento cercasse occasioni per farsi conoscere nel mondo.

Farsi conoscere e rispettare ma soprattutto per generare profitti per potersi arricchirre.

E la colonizzazione fu senza dubbio un’occasione che anche il Belgio non si lasciò sfuggire.

Leopoldo. Un sovrano che puntava in alto

Leopoldo II fu di fatto solo il secondo re del neonato Belgio, in quanto Leopoldo I, suo padre, fu il primo a regnare sul piccolo stato.

Nato nel 1835 era il secondo genito di Leopoldo II ma essendogli premorto il fratello Luigi Filippo già alla nascita fu designato erede al trono.

Leopoldo

Fin dal suo esordio in politica, nel 1855, l’erede al trono professò la sua intenzione di dare al Belgio lustro a livello internazionale.

E per farlo pensava di poter costituire un impero, come avevano già fatto altre nazioni prima del Belgio.

Salì al trono nel 1865 e regnò per 44 anni sino al 1909 quando il 17 dicembre spirò all’età di 74 anni.

Leopoldo. L’Africa equatoriale tutta per sé

Già nel 1876 Leopoldo II si interessò all’Africa e attraverso un’associazione promosse l’esplorazione della zona equitoriale.

A quel tempo l’immensa foresta pluviale del bacino del Congo era ritenuta perlopiù inutile e difficile da gestire.

Per questo il re del Belgio tramò a livello europeo affinché le inimicizie fra Francia, Inghilterra e Germania, oltre al Portogallo, gli garantisse il possesso di quel territorio.

Con la conferenza di Berlino del 1884, grazie all’appoggio di Bismarck, Leopoldo II ottenne per sé 2.344.000 km² sul bacino del Congo.

Furono assegnati a lui personalmente e non allo stato Belga o a Leopoldo II in quanto sovrano del Belgio.

Il 5 febbraio del 1885 il monarca belga fondò dunque lo Stato Libero del Congo che vide la luce ufficiale il 30 aprile dello stesso anno.

Leopoldo. Colonialismo della peggior specie

Il nuovo stato costituito sul bacino del Congo era di proprietà personale del re del Belgio.

Era soggetto al alcuna legge se non al volere stesso del monarca, ma in quanto persona fisica e non carica istituzionale.

Questo fece sì che abusi e soprusi fossero all’ordine del giorno in quel territorio dimenticato dagli uomini e dalla società.

Fu quella una delle pagine più violente e becere del colonialismo europeo in Africa.

E il fatto che tutto rispondesse al volere di un solo uomo senza alcun controllo istituzionale non fece che peggioare la situazione.

Per averne un’idea è sufficiente leggere uno dei romanzi più famosi dello scrittore naturalizzazione inglese Joseph Conrad.

Cuore di tenebra narra appunto di un viaggio lungo il fiume Congo compiuto dal narratore Charles Marlowe.

E ancora oggi, rileggendo quelle pagine, viene la pelle d’oca scoprendo i misfatti compiuti in quel territorio.

Tenendo presente che quanto raccontato nel libro non era che una minima parte di ciò che accadde nello Stato Libero del Congo.

Leopoldo. Indignazione popolare a annessione

Anche grazie a libri come quello di Conrad la verità su quanto accadeva nello Stato Libero del Congo cominciò ad emergere.

In Belgio crebbe un movimento d’opinione pubblica scandalizzato di ciò che avveniva in quel territorio lontano.

Ancor di più perchè responsabile ultimo di tutta quella vergogna era proprio il re del Belgio, sebbene agisse per proprio conto e non in nome della nazione.

Fu così che nel 1908, il 15 novembre, lo Stato Libero del Congo venne annesso allo stato belga.

L’intenzione era quella di porre fine ai soprusi e alle vessazioni in Africa, ma realtà risultò essere un tantino differente rispetto alle aspettative.

Sebbene non si sia più toccato l’apice di crudeltà del periodo dello Stato Libero del Congo nel neonato Congo Belga di certo non regnava la giustizia e l’equità.

Per questo nel 2020, il 30 giugno, re Filippo del Belgio ha inviato una lettera al presidente congolese per esprimere il suo rammarico

Sia per quanto fatto dal suo predecessore Leopoldo II, sia per le colpe dello stato belga.

Foto di WikiImages da Pixabay

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